Di graffiante ironia, Thank you for smoking è una commedia americana che gioca su due elementi narrativi complementari: la vita professionale e quella privata di un professionista della comunicazione, Nick Naylor (interpretato dall’attore Aaron Eckhart).
Celebrazione o atto di accusa, la narrazione corre veloce su un filo sottile, mantenendosi equidistante da entrambi. Specchio preciso e fedele dell’esistenza del protagonista, sempre in bilico tra business e vita privata, tra la figura del padre di famiglia che deve trasferire al figlio i valori che lo accompagneranno nella vita e la sua “moralità flessibile”, come lui stesso la definisce, nel lavoro.
Flessibilità che gli consente di svolgere in maniera eccellente la propria professione di portavoce dell’industria del tabacco e di rispondere a chi gli chiede: perché lo fai? Semplicemente con un: “anche io ho un mutuo da pagare”. Ma il protagonista, per quanto abile, non è un genio infallibile: cade nelle trame di una spregiudicata giornalista che lo seduce per sfruttarne le confidenze e per confezionare un articolo di giornale esplosivo. La sua abilità sarà proprio quella di saper uscire dai guai con un colpo di genio, una dialettica straordinaria e la maestria nell’utilizzo della comunicazione persuasiva.
Memorabile è la spiegazione al figlio dell’essenza del suo lavoro con la metafora del gelato alla vaniglia o al cioccolato. Persino su un fatto indimostrabile come il gusto personale, egli riesce a uscirne con grande abilità: “a te piace il cioccolato? Bene a me non basta, io preferisco la libertà di scegliere se mi va il cioccolato o la vaniglia”. Tecnicamente, sposta la questione duale (e insolubile) dei gusti sul piano delle metamotivazioni, allarga in modo macroscopico il concetto argomentando in modo ineccepibile, ma su un diverso livello. E, alla fine del dialogo, la cifra reale del film: “Se argomenti, non hai mai torto”.
Più sottile e meno evidente, forse, è la critica spietata che colpisce in maniera equanime sia il protagonista che il senatore del Tennessee che ha fatto della guerra contro il fumo, la sua crociata elettorale. Entrambi spregiudicati, si combattono senza esclusione di colpi, al punto che il Senatore dice al proprio collaboratore: “quando vai in tv devi portare malati di cancro che non hanno speranze, non gente che poi guarisce…”.
Le differenze tra le due tesi contrapposte, durante il film, tendono così ad assottigliarsi e a sparire. Lo spettatore non ricorda più cosa è giusto e cosa è sbagliato e si mette a parteggiare proprio per il protagonista (che rivestirebbe i panni del “cattivo”).
Obiettivo raggiunto: quando argomenti non hai mai torto!