Guardando un po’ di biglietti da visita, qualche profilo LinkedIN e numerosi profili su Facebook, mi è sorta una riflessione.
Ma le persone sanno esattamente quello che scrivono nella descrizione di sé? Oppure amano definirsi e autoconvincersi di quello che in realtà non sono perché è insensato il titolo professionale che si attribuiscono? In altre parole, scrivono a caso? Per mistificare? o semplicemente perché un qualsiasi titolo (magari in inglese) riempie la bocca?
Facciamo un minimo di chiarezza parlando dei tre titoli di solito più gettonati da queste parti:
il CEO (Chief Executive Officer) è l’Amministratore Delegato. Se è delegato significa che ci deve essere un Consiglio di Amministrazione che gli dà la delega a rappresentare la Società (tipicamente una Spa, ma potrebbe essere anche una Srl di grandi dimensioni) e a prendere determinate decisioni proprio nei limiti delle deleghe attribuitegli.
Quindi è quantomai ridicolo che qualcuno si attribuisca questo titolo nel caso faccia il libero professionista, oppure possegga una semplice partita Iva o magari nemmeno quella e si sia inventato una professione a caso.
il CFO (Chief Financial Officer) è il Direttore Finanziario. E’ il manager responsabile della gestione generale delle attività finanziare di un’azienda e il principale responsabile della gestione dei rischi finanziari della società. E’ altresì responsabile della pianificazione finanziaria e delle attività di reporting alla Direzione. Il CFO riferisce direttamente al Presidente/Amministratore Delegato (CEO) su tutte le questioni
strategiche e tattiche relative alla gestione del bilancio, analisi
costi-benefici, previsioni e garanzia di nuovi finanziamenti.
Quasi ancor più ridicola della precedente, questa attriibuzione, se non si lavora in un ambito aziendale di dimensioni ragguardevoli.
L’HR manager (Human Resources manager), ovvero il Responsabile della gestione delle Risorse Umane. Questa figura si occupa (direttamente o con i propri collaboratori/fornitori) di:
– selezionare le risorse umane in ingresso, scegliendo i profili più adatti alle esigenze dell’azienda;
– rilevare i bisogni formativi e organizzare la formazione del personale;
– valutare la performance e identificare politiche premianti,
per massimizzare motivazione, impegno e lealtà del personale;
– promuovere la soddisfazione e il benessere dei dipendenti.
E mi fermo qui, visto che sono decine i profili esilaranti che richiamano titoli altisonanti e privi di significato nel contesto in cui sono inseriti!
Qualche volta sarebbe bene ricordare che a fronte di tanta gente che guarda e tace c’è qualcuno pronto sempre a gridare che IL RE E’ NUDO!
Con grande e giustificato sollazzo delle folle.