Suscita molto interesse tra i lettori del blog e quando mi capita di parlare di formazione, il corso “Risolvere problemi con il pensiero illusionistico e il mentalismo“. Spendo quindi due parole per dettagliare meglio l’argomento ma soprattutto la filosofia, gli obiettivi e il target dello stesso.
Si parte dal ribaltamento del concetto di problema, ovvero dal modo di porsi di fronte ad esso.
Se si accettano, quindi, due punti di partenza, ossia che c’è distinzione netta tra ciò che è impossibile fare e ciò che impossibile pensare e che le difficoltà non hanno un’esistenza autonoma nella realtà ma esistono invece all’interno della mente umana, apparirà chiara la celebre citazione di Seneca che, parlando di difficoltà (e non di impossibilità oggettiva) sintetizza questo concetto: Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle, ma è perché non osiamo farle che ci sembrano difficili. Questa è la cifra di tutto il corso: condurre le persone al cambiamento, alla modifica del proprio, pigro, atteggiamento mentale che fa scambiare l’impossibilità di pensare (o la difficoltà di pensare) con l’impossibilità di fare. Due cose ben diverse tra loro.
La prima consapevolezza da acquisire sarà qundi la ridefinizione della frase centrale: Non faccio perché non posso, ma non posso perché non faccio, in Non faccio perché non posso, ma non faccio perché non riesco a pensare, fino all’ulteriore e decisivo passo che porta alla consapevolezza del Non faccio perché non riesco a pensare “diversamente”. Vera chiave di volta del meccanismo alla base del problem solving.
Il percorso che, a partire da questa consapevolezza, porta alla capacità di uscire dagli schemi, si snoderà dunque attraverso alcuni punti fissi:
- la mente costruisce i problemi, problemi che nella realtà esistono solo come semplici difficoltà;
- per “aprire” il problema e trovarne il nocciolo oggettivo, ossia la difficoltà, occorre comprendere come la mente costruisce effettivamente le complicazioni che ci paiono insormontabili. Occorre quindi apprendere come costruire un problema per poi poterlo più facilmente smontare. In modo analogo, per riparare un motore, il meccanico deve conoscerne gli intimi segreti costruttivi, diversamente non sarebbe in grado di mettervi mano;
- per imparare questa tecnica occorre ragionare come fanno coloro che sono chiamati, professionalmente, a complicare il semplice, ossia enigmisti, crittografi, spie, autori di romanzi gialli e, prima di tutti questi, illusionisti e mentalisti.
In particolare questi ultimi devono costruire creativamente problemi e devono essere in grado di dare interpretazioni differenti e molteplici a tutto ciò che appare scontato e univoco: acquisire questa forma mentis aiuta a risolvere problemi con la stessa creatività.
Ispirandoci a questi concetti basilari, quindi, il corso aiuta a estendere le proprie doti di flessibilità e inventiva a una grande quantità di contesti: dal mondo del lavoro a quello delle relazioni interpersonali, dall’educazione al training sportivo, dalle transazioni commerciali alla pianificazione strategica e così via.