Nella comunicazione, nella dialettica e nel dibattito l’arte di ottenere ragione riveste un ruolo determinante. L’opera di Shopenhauer del 1830 che porta proprio questo titolo è la base di analisi da cui partiamo per la disamina di alcune tecniche studiate per raggiungere questo risultato. Poiché parlare del meta-linguaggio è anche l’obiettivo di questo post, prenderemo in considerazione solo 2 dei 38 stratagemmi esposti dal filosofo tedesco sull’argomento. Gli altri sono forse più raffinati e degni di essere studiati ma, guardando un dibattito televisivo o una disputa, è semplice rendersi conto che questi primi sono proprio i più usati e riconoscibili. Tratto comune è l’utilizzo del meta-linguaggio, ossia della capacità di spostare l’oggetto della questione da dati semplici, diretti e oggettivi a concetti più ampi ove si allargano gli spazi dialettici e dove si sfumano più facilmente i confini del vero e del falso e l’esito della partita appare subito come meno scontato.
Il primo stratagemma è definito come: ampliamento. Viene definito come portare l’affermazione dell’avversario al di fuori dei suoi limiti naturali, interpretarla nella maniera più generale possibile. Restringere invece la propria affermazione nel senso più circoscritto possibile e nei limiti più ristretti: perché quanto più un’affermazione diventa generale, tanto più essa presta il fianco ad attacchi.
Il secondo stratagemma prevede l’uso dell’omonimia per estendere l’affermazione presentata anche a ciò che, al di fuori del nome uguale, poco o nulla ha in comune con la cosa in questione. Poi darne una confutazione lampante e così fingere di aver confutato l’affermazione. Ricordo che il senso dell’omonimia si ritrova in Aristotele e non si deve confondere con il concetto di synonyma, ove con il primo si intendono due ‘concetti’ indicati dalla medesima parola, mentre con il secondo due parole che si riferiscono al medesimo concetto.
Un esempio pratico:
A: Vedo che lei, a differenza di quanto sostiene, non è esperto delle tecniche di comunicazione non verbale.
B: Ah, io sono un teorico e un pensatore e non mi interesso di tecniche di nessun genere.
Per concludere, segnalo un piccolissimo brano tratto dal film Wag the Dog (in Italia più noto con il titolo SESSO E POTERE). Robert de Niro, il consulente politico del Presidente degli Stati Uniti inscena una situazione di crisi internazionale per coprire uno scandalo sessuale del Presidente. La CIA lo mette alle strette fino al confronto dialettico prima del suo arresto. In pochi minuti, utilizzando un mix dialettico micidiale e anche una buona dose di quello che nel mentalismo viene definito “massacro verbale”, De Niro ne esce non solo vittorioso ma anche accompagnato da tante scuse…
Il video è facilmente reperibile su YouTube.