Paura del Coronavirus, paura del contagio, paura dell’isolamento e anche della morte. Ma la paura è in grado di abbassare le nostre difese immunitarie al punto da renderci più esposti al contagio?
La paura è direttamente collegata con una delle aree più antiche del nostro cervello (rettiliano), quell’area primordiale che ci salva dai pericoli imminenti e ci fa rivivere analoghe situazioni antiche.
Il cervello non distingue chiaramente tra esperienze di pericolo effettivamente vissute e esperienze mediate (libri, film, racconti): distinguerle ci permette di aumentare l’attenzione e farci prendere le giuste precauzioni.
Se la paura riesce ad avere la meglio, allora diventiamo vittime del panico e rischiamo di indebolirci, infatti quei ricordi risiedono nell’ipotalamo, che controlla anche l’ormone dello stress.
Secondo lo psichiatra Raffaele Morelli, quando abbiamo paura entriamo in uno stato cronico di stress e viene liberato un ormone, il cortisolo, che indebolisce le difese immunitare: la paura del contagio favorisce il contagio.
Le persone estremamente razionali e controllate che tengono in primo piano il pensiero rispetto ai sentimenti e alle emozioni (che non sanno gestire), si sentono più fragili perché, in questo momento, che lo si voglia o no, ci si emoziona e ci si spaventa.
Quindi la paura del Coronavirus non è direttamente correlata alla paura della morte: si tratta di paure generate perlopiù dal pensiero focalizzato sull’incertezza per la situazione economica personale, sull’isolamento o sul dover convivere obbligatoriamente con se stessi per un tempo non definito prima di poter tornare alla vita consueta.
In questo momento il pensiero del virus e il ragionare sul virus, complicano e cronicizzano la paura: le scelte quotidiane diventano istintive e spesso disfunzionali (assalti ai supermercati, comportamenti aggressivi ecc.).
Insomma meglio un telegiornale in meno, con il triste computo dei contagiati e la focalizzazione sull’unica notizia del Coronavirus, e invece dedicarsi ad altre attività.
La soluzione è fare cose diverse, il più possibile creative o che coinvolgano il sogno e l’immaginazione: progettare nuove soluzioni future, percorrere altri territori rispetto a quelli del pensiero focalizzato, sono potenti riduttori dello stress.
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