La gestione della comunicazione di massa in questi tempi di pandemia da Coronavirus merita attenzione. Al netto degli errori commessi nella Comunicazione Istituzionale e della discutibile gestione delle notizie da parte dei media tradizionali (in molti casi), possiamo ritrovare una matrice nella regia più generale del fenomeno.
Per trovare un filo conduttore, una trama in questa comunicazione possono esserci d’aiuto le 10 strategie della manipolazione descritte da Noam Chomsky. Professore di Linguistica al MIT, filosofo e teorico della comunicazione, è uno dei massimi esperti mondiali di mass media e dei loro utilizzi.
Queste strategie fanno parte del bagaglio indispensabile di chiunque voglia comprendere l’impatto della comunicazione di massa sulla formazione della pubblica opinione.
Vediamo allora nel dettaglio le regole della gestione della comunicazione di massa ai tempi del Coronavirus.
1-La strategia della distrazione – la de-focalizzazione dell’attenzione del pubblico dagli argomenti essenziali, inondandolo con informazioni di nessuna rilevanza è la prima regola della manipolazione, che agisce proprio sui livelli di attenzione spostandone il focus.
2-Creare problemi e poi offrire le soluzioni – basato sul principio “problema-reazione-soluzione” consiste nel creare (o ingigantire) un problema per poi offrire una pronta soluzione quando l’opinione pubblica chiede a gran voce che il problema stesso sia risolto. Si pensi all’attuale crisi che impone misure restrittive dei diritti e delle libertà altrimenti inaccettabili dalla coscienza collettiva.
3- La strategia della gradualità – Applicare col contagocce una misura impopolare o del tutto inaccettabile ma farlo con il contagocce, lavorando per molto tempo a minime variazioni e aggregazioni successive, permette di “far digerire” alla pubblica opinione qualsiasi cosa.
4- La strategia del differire – Paventare una decisione “dolorosa ma necessaria” differendola a un momento futuro non ancora definito, rende l’accettazione più semplice e innesca un processo di rassegnazione, molto utile quando la decisione o la misura sarà effettivamente accettata.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini – Utilizzare un linguaggio semplice, immediato, infantile per interloquire con il pubblico permette di ottenere una risposta altrettanto infantile da parte degli interlocutori, per un processo mentale di mirroring e di ricalco del tutto inconscio.
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione – Utilizzare riflessi emotivi in una trattazione razionale, ingenera un abbassamento della soglia di attenzione critica e apre la strada alla possibilità di instillare nelle menti paure irrazionali, compulsioni, idee che provochino comportamenti previsti e desiderati da coloro che gestiscono la comunnicazione.
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità – Ovviamente non solo scolastica o culturale ma anche relativa proprio al funzionamento dei processi di comunicazione manipolatoria della pubblica opinione.
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità – Spingere il pubblico a ritenere che sia “di moda” essere stupidi o ignoranti e che la cultura sia un peso evitabile.
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza – Indurre nella massa il pensiero collettivo che ciascuno dei componenti è artefice della propria sfortuna, del proprio insuccesso e confrontare continuamente la sua posizione con quella di persone “che seguono le regole senza discutere” o “che accettano ciò che è imposto” in modo da sedare sul nascere potenziali istanze di rivolta.
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscono – Scienza della mente e del comportamento, ma anche possibilità di controllo sulle persone, sui desideri e le abitudini mettono in condizione i manipolatori di conoscere molto bene i propri interlocutori, probabilmente meglio di quanto si conoscano loro stessi.
Ora fermatevi un istante a pensare a quanta informazione e disinformazione digeriamo ogni giorno attraverso televisione, internet, giornali…