Siamo sicuri che le notizie che leggiamo o i servizi televisivi che i TG ci propinano siano sempre oggettivi? Nessuno è così ingenuo dal crederlo. Ma quali sono le tecniche utilizzate? Vediamone un paio.
Il “panino televisivo” viene quasi sempre servito nei telegiornali o nei servizi a corredo dei talk show, e pare sia stato inventato da Clemente Mimun, ai tempi del primo Governo Berlusconi (ma a onor del vero, il panino è piaciuto a tutti, Governo e opposizione, nel loro alternarsi).
Il concetto è semplice: le due fette di pane spettano al Governo, la farcitura all’opposizione.
In occasione di una notizia “calda” per la politica, la prima fetta di pane (un’intervista ampia, solitamente) spetta a un rappresentante del Governo, la farcitura spetta all’opposizione (un’altra intervista del capo dell’opposizione oppure una carrellata di mini-interviste da 5 secondi a vari esponenti della stessa). Chiude il servizio l’altra fetta di pane, ossia un’ampio intervento di un altro esponente del Governo (o meglio ancora, del Presidente del Consiglio). L’effetto sul pubblico è assicurato: ci si ricorda solo delle prime e delle ultime parole pronunciate. La tesi dell’opposizione sparisce nel pastone della notizia.
Naturalmente ci sono panini artigianali e panini più raffinati.
Naturalmente ci sono panini artigianali e panini più raffinati.
Quelli da grand gourmet sono incartati con una serie di approfondimenti, interviste, opinioni e punti di vista perlopiù incomprensibili, che servono solo a dare l’impressione dell’oggettività della notizia, ma la struttura è sempre la stessa e ciò che rimane in mente a chi ascolta è solo quello che si vuole che rimanga in mente.
I virgolettati ad arte sono patrimonio della carta stampata (ma anche degli articoli sul web), ma spesso fanno capolino nei servizi video, ove il giornalista va in cerca di opinioni tra la gente su un determinato caso di cronaca o di politica.
Il giornalista riporta tra virgolette l’opinione dell’intervistato in modo da tenere ben distinti opinioni e fatti (principio base del giornalismo). Ma riportando tra virgolette un’opinione, questa diventa un fatto. Il fatto che il Sig. Rossi la pensa così sull’argomento. Ovviamente per equidistanza e obiettività il giornalista riporterà due virgolettati che esprimano opinioni diverse. Ed è qui che avviene la “magia”. La prima opinione sarà generica e, anche se articolata, priva di veri contenuti significativi. La seconda sarà invece molto circostanziata e densa di contenuti in modo che il lettore si identifichi proprio con questa, ma illudendosi di aver fatto una scelta consapevole e libera tra le due.
Il giornalista riporta tra virgolette l’opinione dell’intervistato in modo da tenere ben distinti opinioni e fatti (principio base del giornalismo). Ma riportando tra virgolette un’opinione, questa diventa un fatto. Il fatto che il Sig. Rossi la pensa così sull’argomento. Ovviamente per equidistanza e obiettività il giornalista riporterà due virgolettati che esprimano opinioni diverse. Ed è qui che avviene la “magia”. La prima opinione sarà generica e, anche se articolata, priva di veri contenuti significativi. La seconda sarà invece molto circostanziata e densa di contenuti in modo che il lettore si identifichi proprio con questa, ma illudendosi di aver fatto una scelta consapevole e libera tra le due.
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