A cosa serve un mental coach e cosa fa?
Prima di tutto il mental coach vede nella persona il cambiamento prima ancora che questo avvenga e per questo la supporta, la sprona, la convince per farla muovere verso quel cambiamento.
Dall’altra parte, requisito necessario è la Persona (non il Cliente, ma la Persona), che sente il bisogno di ottenere risultati diversi da quelli che ottiene, o che sta attraversando un momento, personale o lavorativo, in cui ha la necessità di impegnarsi per passare da uno stato a un altro, e per questo è disposta a un grande impegno e a mettere in campo senza riserve la propria forza di volontà.
Il mental coach non insegna nulla, non dà risposte: è un professionista che sa porre domande, sa come offrire nuovi punti di vista, aiuta ad attivare e sviluppare nuovi modi di pensare, alimenta il pensiero creativo e quello laterale, costringe a guardare la realtà con occhi diversi, a vedere la situazione contingente (soprattutto se negativa) con la volontà di modificarla a proprio vantaggio.
Il mental coach aiuta a trovare le risorse necessarie per il cambiamento dentro di sé, l’unico posto dove ha senso cercarle e dove risiedono anche se la persona è convinta di non averne più; sfida a fare cose nuove, a lanciarsi in nuove iniziative o progetti, magari accantonati in favore di abitudini consolidate e solo apparentemente “confortanti”. A tutto questo serve il mental coach: ricarica o cambia le “batterie” dell’autostima, della coscienza di sé, della creatività nascosta e poco utilizzata, aiuta ad allenare e a sviluppare la parte più importante di sé: la mente.