Il linguaggio non verbale per parlare in pubblico

 

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Il linguaggio non verbale è decisivo in ogni tipo di comunicazione, sia essa uno a uno o uno a molti. Nel caso specifico di discorsi, conferenze e presentazioni al pubblico questo assume una valenza particolare. Se è vero, infatti, che il giudizio sulla persona che sta per prendere la parola si forma nel pubblico in meno di due minuti (e quindi molto prima che si apra bocca) e che il 93% del contenuto del nostro intervento passa dai segnali visivi e da quelli paralinguistici, ecco che un’ottima padronanza di sé e della gestione del proprio corpo costituisce materia di interesse (e di formazione, grazie ai nostri corsi specifici).
Ci siamo già occupati dell’argomento in questa sede, analizzando la comunicazione non verbale e gli errori che spesso si commettono involontariamente, ma torniamo sull’argomento per riassumere alcune caratteristiche che vanno tenute presenti per creare un ottimo mix tra contenuti e accuratezza del linguaggio (verbale e non).

1. Naturalezza e nessuna rigidità, soprattutto se parlate davanti a un leggio. Il movimento tiene vivo l’interesse.

2. Non aggrappatevi al leggio come se foste sulle montagne russe: questo gesto comunica il vostro nervosismo.

3. Tenete la testa alta.

4. Braccia distese e palmi delle mani rivolti verso l’alto comunicano apertura e sincerità.

5. Se vengono proiettate slide, mantenete il tronco rivolto alla platea e cercate di indicare brevemente le slide senza girarvi del tutto.

6. Evitate di guardare in basso.

7. Mantenete il contatto oculare con la platea con sguardi brevi e intermittenti. Le persone del pubblico vogliono avere l’impressione che parliate a loro e a loro soltanto. Per evitare di far sentire ignorato il pubblico in fondo alla sala, partite con lo sguardo proprio dalla seconda metà della platea, per farlo tornare alle prime file.

8. Variate il più possibile lo stile paralinguistico modulando il ritmo, il timbro, il tono e l’inflessione della voce.

9. Il contatto oculare con il pubblico vi permette di rilevare anche gli eventuali segnali “negativi” che provengono dalla platea. Nel caso si presentino, non perdete la calma ma rimodulate il discorso inserendo una digressione, un taglio o un cambio di registro linguistico.

Parlare a una platea deve soddisfare l’interesse della platea medesima, quindi in quel momento voi siete al servizio del pubblico e non il contrario. Abbiatene cura e rispetto.

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